1. |
Rovo
02:51
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Ti cerco
in una tana da cui
possa ascoltare attentamente
i suoni distorti da inizio alla fine
L’ansia non avverte
arriva di soppiatto e vuole
una stretta di mano
la promessa, il patto
un rovo di rose
se non piove non lo annaffio
Aggrapparsi alla radice per
capire il motivo e
poi lasciarsi logorare l’appendice
dissetarsi anche con l’acqua
che ci opprime
Sangue dalle crepe
da questo covo
di argilla che si scioglie
con il pianto
viene soppresso dall’asfalto
L’ansia non avverte
arriva di soppiatto e vuole
una stretta di mano
la promessa il patto
il rovo di rose
la scintilla l’ha infiammato
Sangue da macerie
da questi cocci
di argilla che si colgono
con il pianto
vengono rimossi dall’asfalto
Il movimento continua
dietro le palpebre abbassate
il movimento continua
dietro le palpebre abbassate
il movimento continua
dietro le palpebre abbassate
il movimento continua
dietro le palpebre abbassate
non mi svegliate
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2. |
Risorgi Lento
02:55
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Lascia qui
santi e martiri
stacchiamoci le teste
come le mantidi
stesi a terra per colpa di
esecuzioni e malori
in cielo le rondini
pugni e i disordini
Stare col bene
anziché colmare
la vacuità
l’indifferenza
Smetti di
darti margini
sbucciamoci le teste
contro le lapidi
stesi a terra per colpa di
indigestioni e malori
in cielo le rondini
pugni e disordini
Stare nel fiume
anziché nel mare
la nullità
l’insofferenza
L’assenza di un luogo fisso
sto fermo non agisco
recupero della coscienza
non di me stesso, di ciò che resta
aggrappato alla speranza
di una vita diversa
una botta alla testa e
una alla carcassa
riavvolgi la matassa
che ti tiene ancorata
ad un’unica fissa
la tua unica figlia
risorgimento
risorgi lento
risorgimento
risorgi lento
Nell’angolo della stanza
un’ombra e tremo
nell’angolo della stanza
un’ombra e tremo
nell’angolo della stanza
un’ombra e
tremo
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3. |
Sacro Vano
03:43
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Lo squarcio in mezzo
al cielo un organo fuori tono
un eco, un rimbombo
quattro secondi al tuono
lontano un rumore sordo
mi ha detto “presto risorgerò”
solo per piantare un seme
in un campo arso dal sole
Quale passaggio esiste tra
benessere, ansia, vomito
quale paesaggio esiste tra
il benessere e un attimo
quale passaggio esiste tra
benessere, ansia, vomito
quale paesaggio esiste tra
il benessere e un attimo
Le sirene che allertano al peggio
la paura di un corpo riflesso
lo squarcio in mezzo al cielo
un organo fuori tono
un eco, un rimbombo
quattro secondi al tuono
lontano un rumore sordo
mi ha detto “presto risorgerò”
solo per piantare un seme
in un campo arso dal sole
Quale passaggio esiste tra
benessere, ansia, vomito
quale paesaggio esiste tra
il benessere e un attimo
quale passaggio esiste tra
benessere, ansia, vomito
nulla di saggio esiste tra
il benessere e un attimo
Padre, figlio, spirito
padre, figlio, libero
padre, figlio, un gemito
padre, figlio, un livido
padre, figlio, putrido
la fede in bilico
Sommergi il capo dentro
vasche corrose da cloro
sommergi il capo dentro
vasche corrose da cloro
sommergi il capo dentro
vasche corrose da cloro
sommergi il capo dentro
vasche corrose da cloro
In fila a celebrare
l’assenza del reale
peccati da purgare
ansie da colmare
in fila a celebrare
l’assenza del reale
peccati da purgare
ansie da colmare
In fila a celebrare
l’assenza del reale
peccati da purgare
ansie da colmare
col peccato della carne
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4. |
Fai Cenere
02:39
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5. |
Eisoptrofobia
02:10
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Un abbraccio al riflesso e allo stagno
seguendo un pensiero distopico
affoga e fa nascere un fiore
che più tardi diventa suo omonimo
Narciso s’è fatto fregare
come fece quell’uomo sul lastrico
il risuono di un ultimo battito
il frastuono di un masso nel mare
E noi sull’illusione
Il frastuono di un masso nel mare
il risuono di un ultimo battito
come fece quell’uomo sul lastrico
narciso s’è fatto fregare
Ciò che ci resta è un suo omonimo
affoga e fa nascere un fiore
seguendo un pensiero distopico
un abbraccio al riflesso e allo stagno
è la definizione di un danno
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6. |
Cr/Edo
04:03
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Fuori
si arrestano i soccorsi
a sopire le sue danze
dentro
divampano gli infissi
s’anneriscono le mura
In un rettangolo di calcestruzzo
col soffitto a pressione
ostilità nell’occupare spazi
ruggini e termiti sparse
Le tede celano dei pittogrammi
alimentati d’oppressione
voracità nell’assordare stanze
vuoti riverberi
Edo, privo di luce del sole
alienato da tutto e tutti
Fuori
si arrestano i soccorsi
a sopire le sue danze
dentro
divampano gli infissi
s’anneriscono le mura
In un rettangolo di calcestruzzo
col soffitto a pressione
ostilità nell’occupare spazi
forte miasma nell’aria
Le tende celano dei pittogrammi
alimentati d’oppressione
voracità nell’assordare stanze
la sanità sua precaria
Edo, privo di luce del sole
alienato da tutto e tutti
Edo, privo di luce del sole
alienato da tutto e tutti
fa ciò che il tuo cervello vuole
Tutto da ardere
nulla da perdere
tutto da ardere
nulla da perdere
tutto da ardere
nulla da perdere
tutto da ardere
nulla da perdere
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7. |
Nihl
04:45
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Risplende nel torpore dell'acqua
la voglia di vita che hai
mezzi dilazionano il sostegno
promettimi che resisterai
respira per non perdere contatti
lasciando chiuso in un cassetto
la saggezza che non ti porterai
per rispetto davanti al suo cospetto
Di riflessi sui muri scrostati
dei suoni rinnegati dai marmi
di riflessi sui muri scrostati
dei suoni rinnegati dai marmi
di riflessi sui muri scrostati
dei suoni rinnegati dai marmi
di riflessi sui muri scrostati
dei suoni rinnegati dai marmi
Un’ammenda, gli inchiostri slavati
l’assenza dei nomi rimembrati alle volte
slegati da contesti
avessi visto prima com’è bello essersi persi
dissento l’imbrunire, i colori, il torpore
della voglia di vita che hai
assetato in disparte per poter riassaporare
che gusto ha la morte dei suoi
Ambulanze a biocontenimento
trattenuto per istanti al bordo di sé stesso
e slegato dal pretesto
avessi visto prima com’è bello tutto il resto
Strutture che appaiono al collasso
la prudenza di gettarsi sotto al mezzo
che possano arrivare al più presto
per poter osservare in disparte
I riflessi sui muri scrostati
i suoni rinnegati dai marmi
i riflessi sui muri scrostati
i suoni rinnegati dai marmi
i riflessi sui muri scrostati
i suoni rinnegati dai marmi
i riflessi sui muri scrostati
i suoni rinnegati dai marmi
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8. |
L'H Bue
00:30
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Ti frantumo la testa
per rubarne le idee
Frantumo le teste
per rubarne le idee
Nile
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9. |
Fortuita Ecdisi
07:48
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Desaturare il calore
schiva l’amore, il contatto
privare l’uomo che muore
di pura essenza, di tatto
cambio pelle cambio squame
godere e farsi del male
non ho palle cambio lame
non tendo a farti del male
un morso non uccide ma
fa soffrire, patire
vesto un abito nuovo tra
le atrocità e il sublime che
mi fanno muovere a stento tra
l’erba e le masse calcaree
cambio regole cambio carte
desacralizzo figure sante
un riciclo di identità
produce filmati statici
cicatrici dipinte da
neri peccati monastici
intrappolato tra canini e
spire perdo di vista il bersaglio
uno stato confusionale
colpa di gradi, un abbaglio
un riciclo di identità
produce filmati statici
cicatrici dipinte da
neri peccati monastici
intrappolato tra canini e
spire perdo di vista il bersaglio
uno stato confusionale
colpa di gradi, un abbaglio
Desaturare il calore
schiva l’amore, il contatto
privare l’uomo che muore
di pura essenza, di tatto
cambio pelle cambio squame
godere e farsi del male
non ho palle cambio lame
non tendo a farti del male
un morso non uccide ma
fa soffrire, patire
vesto un abito nuovo tra
le atrocità e il sublime che
mi fanno muovere a stento tra
l’erba e le masse calcaree
cambio regole cambio carte
desacralizzo figure sante
un riciclo di identità
produce filmati statici
cicatrici dipinte da
neri peccati monastici
intrappolato tra canini e
spire perdo di vista il bersaglio
uno stato confusionale
colpa di gradi, un abbaglio
Desaturare il calore
schiva l’amore, il contatto
privare l’uomo che muore
di pura essenza, di tatto
cambio pelle cambio squame
godere e farsi del male
non ho palle cambio lame
non tendo a farti del male
un morso non uccide ma
fa soffrire, patire
vesto un abito nuovo tra
le atrocità e il sublime che
mi fanno muovere a stento tra
l’erba e le masse calcaree
cambio regole cambio carte
desacralizzo figure sante
un riciclo di identità
produce filmati statici
cicatrici dipinte da
neri peccati monastici
intrappolato tra canini e
spire perdo di vista il bersaglio
uno stato confusionale
colpa di gradi, un abbaglio
Mi cospargo di forse
e mi abbandono al dubbio
mi cospargo di forse
e mi abbandono al dubbio
mi cospargo di forse
e mi abbandono al dubbio
mi cospargo di forse
e mi abbandono al dubbio
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10. |
NOF4
05:48
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|||
Strappami
quel che rimane ancora
dei baci languidi
di cui non ci son prove
poi lasci strascichi
di basi solide mancate
arrancando all’avvenire
per cercare di scompormi
grida e schiamazzi
corpi abbandonati al suolo
rivolgi le attenzioni
dove c’è assenza di colori pensieri solidi
che fanno trapelare i volti catatonici
Nannetti e i suoi contorni
Sono irriverenti alle volte
il pensiero di un passato inesistente
sono irriverenti alle volte
il pensiero di un passato inesistente
sono irriverenti alle volte
il pensiero di un passato inesistente
sono irriverenti alle volte
il pensiero di un passato inesistente
astronautico ingegnere minerario
del sistema mio mentale
sai, non interiorizzare
la luce oltre le grate
una cella buia
fibbie su intonaci
odi e rancori
provocati e trasmessi
una cella buia
fibbie su intonaci
odi e rancori
provocati e trasmessi
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